Nel luogo dove oggi sorge San Benedetto dei Marsi, esisteva una città chiamata Marruvium. il popolo dei Marsi ebbe in essa la capitale (La sua origine è testimoniata anche da Virgilio nel settimo Libro dell’Eneide).
Con il prosciugamento della parte del Lago di Fucino, sul quale si affacciava Marruvium, da parte dell’imperatore Claudio, si eliminò il pericolo delle inondazioni e la città crebbe di importanza. Essa ebbe edifici pubblici e privati: il Campidoglio, l’Anfiteatro, un Teatro, un Ginnasio con la palestra annessa, le Terme e una Piscina con bagno. Con il declino dell’Impero romano vennero a mancare i lavori di manutenzione dell’emissario di Claudio, causando l’ostruzione del cunicolo e una conseguente elevazione del livello delle acque del lago; l’inondazione che ne seguì provocò l’allagamento di vaste zone intorno ad esso. Marruvium, essendosi sviluppata nella zona prosciugata, rimase in parte allagata e le continue inondazioni ne causarono la decadenza.
Con la caduta dell’Impero romano la città non conservò l’antico nome, ma fu chiamata alternativamente: Marsia, Civitas Marsorum e Valeria. All’avvento del Feudalesimo la Marsica divenne una gastaldia del Ducato di Spoleto; in seguito, con l’arrivo dei monaci benedettini di Montecassino, cambiò il nome in San Benedetto dei Marsi.
E’ del 1 gennaio 1580 la Bolla papale di traslazione provvisoria della sede episcopale che, dalla vecchia cattedrale di Santa Sabina in S.Benedetto, venne trasferita nella nuova cattedrale di Santa Maria delle Grazie di Pescina (legata alla contea di Celano).
Questo spostamento provoco la traslazione del corpo di San Berardo, che era custodito nella basilica di Santa Sabina.Il 1870, anno del prosciugamento del lago di Fucino, rappresentò una data fondamentale per S.Benedetto e per i centri della Marsica: gli abitanti da pescatori dovettero trasformarsi in operai bonificatori e in agricoltori.
Quando il principe Torlonia concesse in fitto i terreni ai contadini, gli abitanti di S.Benedetto ebbero estese zone da coltivare, ma, essendoci carenze di manodopera, si verificò una immigrazione da parte di agricoltori di altre zone, soprattutto dal pescarese. Si venne a formare, così, una popolazione eterogenea priva di tradizioni comuni e sentimenti. Le condizioni economiche migliorarono, ma una nuova catastrofe stava per abbattersi su S.Benedetto: all’alba del 13 gennaio 1915 uno spaventoso terremoto si abbattè con tutta la sua forza sui centri marsicani, seminando ovunque morte e desolazione.
Distrutto completamente, S.Benedetto acquistò l’aspetto di un piccolo borgo: il terremoto, infatti, cancellò i resti di quella che è stata un’antica civiltà.Dopo la Seconda guerra mondiale, altri problemi assillarono la Marsica: le terre dei Torlonia, a lungo abbandonate, causarono fame e disoccupazione spingendo i contadini alla rivolta. Queste lotte misero fine al principato dei Torlonia e, con l’entrata in vigore della “Legge Stralcio”, venne affidata agli enti di riforma (Ente Fucino) la soluzione dei problemi del latifondo.
Quell’antico popolo di pescatori oggi è divenuto un popolo di abili imprenditori agricoli, tanto che i prodotti locali sono esportati in tutto il mondo